Affranti e sgomenti, abbiamo il triste compito di annunciare l’improvvisa scomparsa, a soli 48 anni, del prof. Matteo Goldoni, Associate Editor della nostra rivista.

Nato a Modena il 04/05/1973, nel 1998 si è laureato in Fisica con 110/110 e lode presso l’Università di Parma, dove ha poi seguito un Corso di perfezionamento in Tossicologia Industriale ed Ambientale e ottenuto nel 2008 il Dottorato di Ricerca in Scienze della Prevenzione, entrando a far parte del Centro di Eccellenza per la Ricerca tossicologica dell’ISPESL, poi INAIL, fino a diventarne il direttore nel 2018.

La sua carriera accademica si è svolta interamente nell’Università di Parma, dove ha occupato successivamente i ruoli di Assegnista di ricerca, di Ricercatore a tempo determinato ed infine, dal 2016, di Professore associato in Statistica Medica. Ha svolto, fino al giorno della morte, un’intensa attività didattica, ben oltre i doveri istituzionali, nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria, delle Professioni sanitarie e, dall’anno accademico in corso, in lingua inglese a Piacenza, nel corso di laurea in Medicine and Surgery.

Nei diversi dipartimenti di area medica e, da ultimo, nel Dipartimento di Medicina e Chirurgia, ha occupato, sempre con grande competenza e disponibilità, ruoli di crescente responsabilità: ha coordinato la raccolta ed elaborazione dei dati per la Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR), ha organizzato e trainato il Presidio di Qualità del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, ha rappresentato per anni l’Area Medica nel Presidio di Ateneo ed è infine entrato a far parte del Comitato Etico di Area Vasta dell’Emilia Nord.

Come ricercatore, era sostenuto da solide competenze scientifiche e da un grande rigore metodologico, ma soprattutto dalla sua capacità di collaborare con tutti, sempre disponibile all’ascolto e capace di fornire un aiuto determinante. Con semplicità, metteva a disposizione di tutti la sua mente acuta e brillante, in grado di comprendere problematiche apparentemente distanti dalla sua formazione universitaria, e la sua incredibile capacità di lavoro. Determinato e tenace, arrivava sempre alla soluzione dei problemi, tanto che quando non ci riusciva eravamo certi che non ci fosse alcuna possibilità di risolverli. Ha sviluppato metodiche non invasive applicate alla pneumologia e alla medicina occupazionali, modelli matematici per la valutazione del rischio e delle interazioni fra sostanze tossiche in vitro, collaborando a progetti di ricerca finanziati dal Ministero dell’Università e Ricerca (PRIN, COFIN), e della Salute (Ricerca Finalizzata), dalla Commissione Europea (HELIOS, RANTIV, DEVNERTOX) e dagli NIH (National Institutes of Health, USA) che gli avevano consentito di Pubblicare oltre 150 lavori su riviste scientifiche, con H-index di 33.

Nei vent’anni di lavoro che abbiamo trascorso fianco a fianco, ha sempre anteposto le esigenze della Comunità accademica di cui faceva parte ai suoi interessi scientifici, a cui pure teneva tanto. L’intelligenza, la competenza, la disponibilità e la gentilezza con cui metteva il suo talento al servizio dell’istituzione e di chiunque bussasse alla sua porta vivranno sempre nella memoria di chi ha avuto il privilegio di lavorare con lui. Siamo ancora increduli per questa terribile notizia, la morte improvvisa di una persona apparentemente in buona salute, che non beveva, non fumava e aveva uno stile di vita sano, sia pure molto intenso. Gli siamo riconoscenti per ciò che ha saputo darci e ci stringiamo nel dolore alla sua adorata famiglia, alla moglie Marcella e ai figli Federico e Gabriele, rispettivamente di 10 e 7 anni, così duramente colpiti da un lutto prematuro e improvviso.