Fitness for work in health care workers from the prospective of ethics, science and good practices / Il giudizio d’idoneità nei lavoratori della sanità tra etica, scienza e buone prassi

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L. Alessio
C. Arici
G. Franco

Keywords

Abstract

Fitness for work (FFW) is the final task of both risk assessment and health surveillance, aimed at protecting workers’ health and working capacity. There are numerous specific concerns regarding health care workers. In particular: i) the frequent difficulty in determining at pre-employment/pre-placement examinations the specific task that the individual worker will perform; ii) the prevalence of female workers and the contemporary presence of numerous occupational risk factors that are a potential cause of harmful effects on women’s reproductive health; iii) the progressive aging of the staff, especially nurses; iv) the risk to third parties, with particular reference to the issues of biological risk and substance abuse, also in relation to shift work, fatigue and occupational stress; v) the increasing number of immigrant workers among support staff. In such cases the occupational physician, respecting both ethical principles and regulations and with an appropriate balance between scientific evidence and the precautionary principle, should express a FFW judgment that allows both the adaptation of work to the worker and vice versa, as recommended by the World Health Organization (WHO) and the International Commission on Occupational Health (ICOH). Proper FFW judgment also permits the expected benefits to be achieved, not only for the workers but also for employers, companies and society.

Il giudizio d’idoneità nei lavoratori della sanità tra etica, scienza e buone prassi
Il giudizio d’idoneità lavorativa alla mansione specifica costituisce l’atto conclusivo della valutazione dei rischi e della sorveglianza sanitaria, finalizzato a proteggere la salute dei lavoratori nonché la loro capacità lavorativa. Numerose sono le specificità che riguardano i lavoratori della sanità. In particolare, la frequente impossibilità di identificare all’atto dell’assunzione a quale specifica attività il lavoratore sarà assegnato; la prevalenza di soggetti di sesso femminile e la contemporanea presenza di numerosi fattori di rischio occupazionali che rappresentano potenziali cause di danno alla salute riproduttiva femminile; il progressivo invecchiamento del personale, in specie infermieristico; il rischio verso terzi, con particolare riferimento alle tematiche del rischio biologico e dell’abuso di sostanze, anche in relazione a lavoro a turni, fatica e stress occupazionale; la crescente quota di soggetti immigrati tra il personale addetto all’assistenza. In questi casi il Medico del Lavoro, nel rispetto sia dei principi etici che della normativa vigente e con un adeguato equilibrio tra evidenza scientifica e principio di precauzione, dovrà formulare un giudizio d’idoneità alla mansione specifica che consenta da un lato l’adattamento del lavoro al lavoratore e viceversa, come raccomandato da OMS e ICOH, e dall’altro di conseguire i benefici attesi, non solo per il lavoratore ma anche per datore di lavoro, impresa e società in generale.
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