Epidemiologia dei consumi e dei problemi alcol-correlati in Italia / Epidemiology of alcohol intake and alcohol-related problems in Italy

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A. Zambon
G. Corrao

Keywords

Abstract

A partire dalla prima metà degli anni ’70 in Italia, così come in molti altri paesi occidentali, si è verificata una importante riduzione dei consumi di alcol. Un indicatore utile per valutare l’impatto del consumo di alcol sulla salute di una popolazione è la quota di mortalità alcol-attribuibile intesa come la proporzione di decessi attribuibile all’esposizione al consumo di alcol. Per calcolare tale quantità occorre conoscere il rischio relativo di una determinata patologia potenzialmente causata dall’alcol e la proporzione di esposti all’alcol stesso. Il rischio relativo è caratterizzato da specificità biologica non dipendendo dalla popolazione in studio. Al contrario, la proporzione di bevitori è evidentemente caratterizzata da specificità geografica e temporale. Da un punto di vista metodologico, il problema è stato affrontato stimando: i) la prevalenza di bevitori di ogni dose di alcol nella popolazione; ii) la relazione doserisposta tra consumo alcolico e rischio di ogni condizione alcol-correlata mediante un approccio meta-analitico; iii) i rischi attribuibili di popolazione in Italia sulla base della proporzione di bevitori e dei rischi relativi calcolati precedentemente; iv) la proporzione di decessi attribuibili al consumo di alcol in Italia applicando i rischi attribuibili di popolazione al numero di decessi per le diverse cause considerate. La diminuzione dei consumi tra il 1970 e il 1993 è stata del 43,8% in Italia a cui è corrisposto un forte declino della prevalenza di forti bevitori (>100 g/die) che passa dall’8,5% all’1,7% (-80.1%). La prevalenza di bevitori di più di 50 g/die passa dal 29,9% all’14,7% (- 50,8%) e quella di bevitori (di qualsiasi quantità di alcol) dal 77,2% al 65,6% (-14,9%). Le frazioni etiologiche più elevate sono state osservate per la cirrosi epatica e per i tumori delle alte vie degli apparati digerente e respiratorio mentre più basse proporzioni di tumori del colon-retto e della mammella e di malattie cerebrovascolari sono attribuibili al consumo di alcol. Applicando tali frazioni etiologiche al numero di decessi osservati si calcola che nel 1993 circa 44 000 decessi (corrispondenti all’8% di tutte le morti) sono da attribuirsi all’alcol. In particolare, negli uomini i decessi attribuibili all’alcol sono circa 32000 (11,3% di tutti i decessi maschili) mentre nelle donne sono circa 12000 (4,6% di tutti i decessi femminili). Interventi mirati ai soli gruppi a rischio sembrano destinati ad avere un impatto sulla salute pubblica di gran lunga inferiori rispetto a strategie preventive che considerano come bersaglio l’intera popolazione.

Epidemiology of alcohol intake and alcohol-related problems in Italy
Background and Objectives: The alcohol-attributable mortality is a positive function of two quantities: the relative risk, which has a biological specificity, and the proportion of exposed, which has a temporal and geographic specificity. Unfortunately, only little knowledge is available on these quantities. Methods: To estimate alcohol-attributable mortality we approached the problem by estimating: i) the prevalence of drinkers to various amounts of alcohol in the Italian population from 1970 to 1993; ii) the dose-response relation between alcohol consumption and risk of each alcohol-related condition through a meta-analytic approach; iii) the alcohol-attributable risks from 1970 to 1993 by using the drinkers prevalence estimates and relative risks evaluated previously; iv) the proportion of deaths related to alcohol consumption in Italy for the same period. Results: Decreasing averages of per capita alcohol consumption (-44%) were observed from 1970 to 1993. In the same period was observed a reduction of -80%, -51% e -15%, respectively for heavy drinkers’ prevalence (>100 g/die), moderate drinkers’ prevalence (more than 50 g/die) and for drinkers’ prevalence (any consumption). The greatest alcohol-attributable risks were observed for hepatic cirrhosis and for upper digestive and respiratory tract cancers. Applying the alcohol-attributable fractions to all deaths of 1993 about 44000 (corresponding to the 8% of overall mortality) were attributable to alcohol and about 32000 deaths were attributable to moderate intake (2100 g/die). Conclusions: The main suggestion from this study is that the best strategy in preventing alcohol-related problems should consider as target the whole population.
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