Fitness for work in health care workers: state of the art and possible operational recommendations for its formulation and management in relationship to alcohol and drug addiction / Il giudizio di idoneità nei lavoratori della sanità: stato dell ’arte e suggerimenti operativi per la sua formulazione e gestione in relazione all ’assunzione di alcol e stupefacenti

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L. Riboldi
L. Bordini
M.M. Ferrario

Keywords

Abstract

Both chronic and acute alcohol or drug consumption have severe health consequences, alter the subject’s cognitive functions and work performance and increase the risk of work-related accidents, for the worker and for third parties (e.g., co-workers and other people subject to negative impact of worker’s actions). Limited scientific evidence has suggested that some working conditions present in the health care sector (e.g., high levels of responsibility, competitiveness, burnout, shiftwork, work-related stress) may favour alcohol and drug abuse. The aim of the present report is to describe the problem of alcohol and drug consumption among health care professionals and to evaluate the problem of related fitness for work. The magnitude of this problem remains unclear; recent estimates have reported alcohol abuse and addiction problems in 1-14% and psychotropic, illicit and non-illicit, substance abuse in 6-15% of health care workers. The prevalence of tranquilizer and sedative/hypnotic drug use is high, particularly among physicians. However, it remains unclear whether the incidence of workplace accidents and injuries is higher among drug abusers, and whether the statutory introduction of prevention programmes has led to actual control of this problem in the workplace. Italian legislation identifies the occupational physician as a key figure to prevent psychotropic substance abuse in some work activities, but some difficulties in its application remain. Legislators should issue simple norms that clearly define the responsibilities and skills of each actor involved in safeguarding workplace health and safety, as well as clearly outlining workplace monitoring procedures.

Il giudizio di idoneità nei lavoratori della sanità: stato dell’arte e suggerimenti operativi per la sua formulazione e gestione in relazione all’assunzione di alcol e stupefacenti
L’assunzione cronica  di alcol e sostanze stupefacenti è correlata ad un maggior rischio di contrarre diverse patologie ma altera anche le funzioni cognitive ed operative della persona determinando condizioni di aumentato rischio di accadimento di infortuni non solo per il lavoratore stesso ma anche per coloro che possono subire le ricadute negative delle sue azioni. Vi è evidenza scientifica, ancora limitata ma suggestiva, che alcune condizioni lavorative quali l’elevata responsabilità e competitività, condizioni lavorative usuranti, lavoro a turni, stress,  condizioni particolarmente rappresentate nel settore della sanità, possano favorire l’uso di alcol e di sostanze stupefacenti. Sebbene il problema sia noto da tempo, gli studi finalizzati a definirne la dimensione  sono pochi e con limiti metodologici: le stime più recenti indicano la percentuale del personale addetto all’assistenza con problemi di abuso o di dipendenza variabile dall’1 al 14% per quanto riguarda l’alcol, e dal 6 al 15% per quanto riguarda le altre sostanze psicotrope, illecite e non. Tra  queste ultime va considerato anche il consumo di ansiolitici e sedativi-ipnotici, risultato elevato in molte casistiche soprattutto nella categoria dei medici. Non è ancora del tutto chiaro però se vi sia una dimostrata maggiore propensione tra coloro che abusano di droghe ad incorrere in incidenti ed infortuni sul lavoro e se l’introduzione per legge di programmi di prevenzione si traduca in un effettivo controllo del problema, almeno in ambito occupazionale. In entrambi i casi l’esiguità dei dati ad oggi disponibili e la difformità con cui gli studi sono condotti rendono non agevole un confronto a posteriori sulla loro effettiva efficacia. La normativa italiana che regola gli interventi da attuare in alcune particolari attività lavorative per contrastare l’abuso di sostanze psicotrope presenta ancora incertezze interpretative ma identifica comunque nel medico del lavoro una figura cardine per l’attuazione degli interventi preventivi. Sarebbe però opportuno che il Legislatore definisse una normativa semplice ed armonica individuando con chiarezza responsabilità e competenze per ognuna delle figure coinvolte, definendo anche in modo chiaro le procedure da applicare per effettuare i controlli all’interno delle realtà lavorative.
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