A proposito dell’articolo su Med Lav 2011; 102: 144-162 di S. Lagorio e P. Vecchia Telefoni mobili e tumori alla testa: la sentenza della Corte d’Appello di Brescia – Sezione Lavoro – alla luce delle attuali conoscenze scientifiche e della legislazione in

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A Levis
G. Grasso
S. Palmisano, et al.

Keywords

Abstract

La Corte d’Appello di Brescia – Sezione Lavoro – si è espressa (3) su un caso di neuroma ipsilaterale del nervo trigemino in un dirigente d’Azienda esposto per ragioni di lavoro alle radiazioni dei TM (cellulari e cordless). I periti di parte ricorrente (AL e GG) e il CTU hanno ritenuto probabile la relazione causale tra il tumore e l’uso dei TM ed i giudici hanno confermato tale nesso causale, o almeno concausale, condannando l’INAIL a rifondere i danni per l’invalidità subita, stimata dell’80%. Questa decisione è stata criticata da S. Lagorio e P. Vecchia, funzionari dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), che hanno accusato i giudici di essersi “basati su perizie tecniche molto carenti dal punto di vista metodologico”, e “gli “esperti” di essere chiaramente inesperti sia in epidemiologia forense, sia nello specifico argomento in discussione” per aver fornito ai giudici “una rassegna selettiva delle evidenze scientifiche in materia di rischi di tumore in relazione all’uso di TM ed una fuorviante interpretazione dei risultati degli studi epidemiologici rilevanti” (14). Di fatto i risultati di Hardell e di altri Autori – basati su protocolli “in doppio cieco”, privi di errori metodologici e finanziati sempre e solo da Enti Pubblici, evidenziano, dopo latenze o esposizioni ≥ 10 anni ai TM, un aumento statisticamente significativo (s.s.) e consistente (≥ 100%) del rischio di gliomi ipsilaterali al cervello e di neuromi al nervo acustico (4-8, 13, 21, 25). Al contrario, i risultati del Progetto Interphone (11, 12) – basati su protocolli “non in cieco”, affetti da errori metodologici e cofinanziati dalle Compagnie di telefonia cellulare – danno luogo ad una sottostima del rischio e sono interpretati come del tutto rassicuranti. Ma anche i dati dell’Interphone relativi ai soli tumori ipsilaterali nei soggetti con tempo di latenza o d’uso dei TM≥ 10 anni evidenziano un aumento s.s. del rischio di tumori alla testa (gliomi, neuromi e tumori alla parotide) (1, 11, 12, 15-19, 22-24). Le nostre critiche all’Interphone (15-19) sono condivise da altri Autori (2, 4, 7, 13, 20, 21, 25), da ricercatori dello stesso Interphone (1), da membri del Working Group della IARC sui rischi da uso dei TM (22-24), e dalla stessa IARC che ha classificato i TM come “possibili agenti cancerogeni per l’uomo”(10).
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